LICIA FERTZ EMANUELE USAI
Non c’è tempo per essere tristi
L’amore dato continua a vivere nell’anima di chi ha cresciuto. ❤️
C’è chi sostiene che la vita eterna si conquisti con la gloria. Io, invece, sono sicura si raggiunga con l’amore.
Accettare la propria età è l’unico modo per smettere di invecchiare e iniziare a crescere.
Dell’amore si dice che non conti la durata ma l’intensità.
Amare è imparare a essere felici della gioia dell’altro.
Troppe volte nella vita mi ero dovuta contenere, ma il lusso della vecchiaia è poter fare ciò che si vuole.
Piacersi non è questione di vanità, ma di sopravvivenza. L’amore per se stessi ti aiuta ad amare di più anche gli altri, senza mai conoscere le insidie dell’invidia.
Siamo tutti bravi a condividere la felicità. Ma l’amore vero si dimostra con la condivisione del dolore.
Grazie per esserci quando non è facile starci vicino.
Non c’è tempo per essere tristi, la trama:
La straordinaria dichiarazione d’amore per la vita e un invito a non smettere mai di cercare la felicità.
Quanti hanno provato la tentazione di cedere le armi e lasciarsi andare, dopo un grande dolore?
È capitato anche alla signora Licia, alla morte dell’amatissimo Aldo, suo marito per sessantadue anni, quattro mesi e due giorni.
I colori si sono spenti, il silenzio ha invaso la casa, le ore hanno preso a trascorrere tutte uguali.
È stato allora che il nipote Emanuele ha inventato un “gioco” per distrarla: scattarle ogni giorno una foto in abiti variopinti e makeup impeccabile.
E l’accessorio più importante: quel sorriso (magari un po’ sdentato) che aveva perso. Da un piccolo germoglio, è sbocciato di nuovo quell’amore per la vita che Licia ha sempre portato con sé, e lo spirito curioso e anticonformista che le ha permesso di affrontare tutte le svolte della sua lunga esistenza.
Perché Licia, prima di allora, non si era mai lasciata abbattere: né dalle privazioni della guerra quando era bambina, né dall’oppressione dei fascisti prima e delle milizie titine poi, né dalla sfida di ricominciare una nuova vita lontano dalla sua Trieste, sentendosi guardata come “straniera” e diversa.
E nemmeno si era mai piegata agli stereotipi e ai luoghi comuni su cosa una donna può o non può, deve o non deve fare, in famiglia e sul lavoro.
Soprattutto, Licia non ha ceduto di fronte alla prova più dolorosa: la morte dell’unica figlia, Marina. Si è asciugata le lacrime, si è rimboccata le maniche e si è presa cura del nipotino Emanuele, gettando le basi per un rapporto speciale e indissolubile.
Oggi che ha ritrovato la sua energia e la sua verve, Licia non ha più tempo né voglia di essere triste, e lancia alle persone di ogni età un messaggio di resilienza, positività e libertà.
Non è mai troppo tardi per sperimentare cose nuove (anche posare come modella, perché no), non è vero che le persone anziane devono farsi da parte e “sparire”, non serve a nulla lamentarsi e ripiegarsi sul passato.
Ogni giorno è un dono da vivere pienamente, perché essere felici è una scelta.
«Quando hai quasi novant’anni, pensare al passato può essere pericoloso, perché la tristezza può bussarti alle spalle.
Anche pensare al futuro non è facile, quando il tramonto è più vicino all’alba. La vita per la felicità è guardare al presente.
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