Libro interessantissimo dalla parte di Cassandra.
Nessuno ci aveva mai insegnato che avevamo diritto al piacere e alla ricerca del piacere, mentre di contro era chiaro a tutte che «darla» significava per lo piú cedere al desiderio di un ragazzo.
Quando si parla di violenza sessuale, siamo convinti che siano le donne a doversi difendere. Perdiamo di vista il fatto che invece sono gli uomini che non dovrebbero abusare della loro superiorità fisica, per ottenere senza consenso un rapporto non voluto.
Ragazzi che sia chiaro:
«No means no», recita uno slogan femminista: no significa no.
Dobbiamo creare un sistema nel quale le donne che denunciano una molestia o una violenza vengano credute e sostenute.
Per dire di no si deve anche sapere di poterlo fare. Per coltivare questa consapevolezza è necessario innanzitutto impegnarsi affinché le bambine non crescano nella convinzione che l’unico modo per ottenere l’approvazione di chi le circonda sia compiacerne lo sguardo e le richieste, e allo stesso tempo è necessario insegnare loro a dare la priorità alla soddisfazione dei propri bisogni e alla realizzazione dei propri desideri, piuttosto che a quelli altrui.
Dalla parte di Cassandra, la trama:
Se uomini e donne ricevono un’educazione diversa e imparano a seguire regole diverse, allora è difficile immaginare che possano guardare alle relazioni amorose – e al potere che le attraversa – nello stesso modo.
Per parlare di consenso, e per trasformare un concetto filosofico nella bussola che permetta di individuare l’abuso, Carolina Capria parte dal modo in cui maschi e femmine vengono socializzati, evidenziando gli stereotipi che ancora oggi fanno parte dei nostri pensieri e giudizi.
Lo fa senza fare sconti nemmeno alla propria, di educazione, perché stare dalla parte di Cassandra non è mai la scelta piú semplice.
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