Scopriti: Perché le battaglie femministe iniziano tutte dal corpo
Di
Giulia Zollino
Le donne spesso vengono viste come un oggetto di arredamento, le insegnano a farsi piccole, restare nei confini, occupare meno spazio possibile.
L’affetto dipende dal fatto di non essere fastidiose e il rispetto delle regole è imprescindibile.
L’oggettivazione del corpo ci deumanizza, non abbiamo più: desideri, emozioni, fragilità…
Il male gaze è lo sguardo maschile sul corpo femminile, Come viene rappresentato dalla società e l’abbiamo introiettato, fatto nostro.
Ed è attraverso quello sguardo che noi guardiamo il nostro fisico, non lo vediamo per quello che realmente è.
Come possiamo prendere spazio a parola se siamo stati educate all’obbedienza?
Scopriti: Perché le battaglie femministe iniziano tutte dal corpo, la trama:
ll corpo femminile è da sempre un crocevia di battaglie e rivendicazioni.
Fin da piccole, alle donne viene chiesto di aderire a certi standard di bellezza, che presuppongono un corpo magro, depilato e perennemente giovane. Si insegna loro a dire sempre «sì», a essere accoglienti, accondiscendenti, accudenti, specie nei confronti dei maschi. E poi a stare composte, coperte, a non occupare spazio e a non alzare la voce.
Giulia Zollino ha vissuto questa educazione – o, sarebbe meglio dire, diseducazione – sulla propria pelle. La sua infanzia e adolescenza sono trascorse all’insegna dell’inadeguatezza e della colpa.
Il corpo le appariva come un oggetto distante da modificare o mortificare, e l’amore, sperimentato anche attraverso una relazione problematica, era solo gelosia e oggettivazione.
Poi, però, ha incontrato il femminismo. È successo a Bologna, durante gli anni burrascosi dell’università, tra gruppi di discussione, letture e orgasmi. Ed è stato amore a prima vista.
Questo incontro ha segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo, da qui è partito il suo percorso di ribellione e riscoperta di sé.
Il femminismo le ha insegnato a distruggere i miti nocivi, come quello della bellezza, permettendole di accettare e riappropriarsi del suo corpo.
Le ha permesso poi di riconciliarsi con il suo desiderio, rivelando come il piacere, proprio e altrui, se consensuale, possa essere libero e svincolato da una visione sessista dei ruoli.
Ma soprattutto, grazie al femminismo, è riuscita a disfarsi della mentalità patriarcale che la ingabbiava e rendeva infelice e a ricostruire un nuovo modo di essere, esistere, amare.
In questo libro, intimo e appassionato, ripercorre il suo vissuto personale trasformandolo in universale. E, toccando i temi fondamentali della filosofia femminista, delinea una storia di emancipazione che parla a tutte e a tutti.
Giulia Zollino è laureata in Antropologia, religioni e civiltà orientali. Educatrice sessuale, sex worker e content creator, si occupa di sessualità e relazioni con l’obiettivo di aiutare le persone a vivere con libertà e gioia il proprio corpo e il proprio piacere. Nel 2021 è uscito il suo primo libro Sex work is work.
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