Nonostante pene e deterrenti, uomini e donne di ogni società ed epoca si sono spinti oltre i confini delle proprie unioni. Quasi ovunque la gente si sposi, la monogamia è infatti la regola, l’infedeltà la prassi.
Le convinzioni sulle relazioni extraconiugali hanno profonde radici culturali e personali.
L’infedeltà è il segnale che una relazione non va per il verso giusto: se a casa hai tutto ciò che ti serve, non hai motivo di cercare altrove.
Gli uomini tradiscono per noia e paura dell’intimità; le donne per solitudine e disperato bisogno di intimità.
L’infedeltà non riguarda solo due persone, o tre: è qualcosa che si ripercuote su un’intera rete sociale.
Molte persone che tradiscono sono in profondo conflitto con i propri comportamenti e vanno in terae in cerca di aiuto. I motivi alla base delle sbandate sono svariati, così come le reazioni e i possibili esiti.
L’infedeltà è l’espressione di un desiderio e la conferma di una sconfitta.
Se l’amore è complicato, l’infedeltà lo è ancora di più.
Un tempo si stigmatizzava la separazione; adesso la nuova vergogna è scegliere di restare quando puoi andartene.
A volte solo una misura drastica come l’adulterio, è in grado di sfondare il muro di disattenzione del partner e scuotere una situazione stagnante.
L’essenza del tradimento, oggi, è una violazione della fiducia.
L’ideale del sogno romantico. Una volta trovata la «persona giusta», crediamo che non dovrebbe esserci alcun bisogno, alcun desiderio, alcuna attrazione per nessun altro.
A mio parere, l’infedeltà include uno o più di questi tre elementi costitutivi: segretezza, alchimia sessuale e coinvolgimento emotivo.
Una relazione clandestina vive sempre all’ombra della relazione primaria, nella speranza di non essere mai scoperta.
Senza la certezza dell’incontro successivo, viviamo nell’eccitazione dell’attesa.
Essere immersi nella duplicità, con il passare del tempo, può portare a un corrosivo senso di vergogna e disprezzo di sé.
Finché mi sentivo in colpa ero una persona buona che faceva cose cattive. Ma il giorno in cui ho smesso di sentirmi colpevole ho perso il rispetto per me stessa. Sono solo una cattiva persona.
Così fan tutti, la trama:
Il tradimento è antico quanto l’umanità. E altrettanto antica è la sua condanna: ancora oggi in nove Paesi al mondo è punito con la morte. Nonostante abbia una tenacia che il matrimonio può solo invidiare, l’infedeltà è un fenomeno della sfera affettiva e sociale poco compreso in tutte le sue implicazioni. O meglio, è ancora un tabù.
Esther Perel, sulla base di tre decenni di lavoro come psicoterapeuta di coppia, crea in questo libro uno spazio franco in cui le diverse esperienze sono esplorate con libertà e partecipazione, sollevando questioni che coinvolgono la persona nel suo complesso, non solo il rapporto in difficoltà.
Perché si tradisce anche quando si è felicemente sposati? Esiste un legame di coppia a prova di tradimento? Si possono amare due persone allo stesso tempo? Perché l’infedeltà ci ferisce così nel profondo? E infine, paradossalmente, può il tradimento aiutare la coppia, inducendo donne e uomini a porsi le domande giuste sul senso delle proprie scelte?
Perel indaga le ragioni dell’infedeltà, e i suoi significati. «Molti le ritengono questioni di scarsa importanza, di fronte al dato di fatto di un tradimento consumato. Eppure, sempre più persone si rivolgono a me per sapere cosa è successo. Vogliono capire, imparare dall’esperienza e tornare a volare.»
L’infedeltà ci può insegnare molto sulle relazioni amorose, ma anche su noi stessi. Imporci di essere consapevoli del nostro atteggiamento personale e culturale verso l’amore, il desiderio, il sesso, l’impegno. E tradursi in un nuovo inizio.
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