Annalisa Monfreda
Come se tu non fossi femmina
Appunti per crescere una figlia e io che ho una figlia femmina non ce l’ho, mi sono innamorata di questo libro in quanto donna.
Lezione numero 1, la più importante: non perdete mai la strada del desiderio.
Lezione numero 2, non c’è nulla che non possiate fare, o perlomeno tentare, se lo desiderate veramente.
Non c’è niente che ci aiuti a superare i nostri limiti come il desiderio.
Lezione numero 3: circondatevi di persone che pensano, che non ci sia nulla, che voi non possiate fare.
Lezione numero 4: imparate a prendervi cura della vostra felicità, se volete occuparmi della felicità degli altri.
Lezione numero 5 non dovete mai dare per scontata nessuna conquista ottenuta dalle donne, la storia ci insegna che la retromarcia in alquanto.
Lezione numero 6 nutritevi di grandi libri.
Non sentitevi costrette a diventare madri ma allo stesso tempo, se non volete farlo, non rinunciate alla maternità per il lavoro.
La strada dei desideri non coincide sempre con la strada dei sogni, delle ambizioni. I desideri hanno la chiave diretta della nostra felicità.
Come se tu non fossi femmina, la trama:
“Scriveva come una donna, ma come una donna che si è dimenticata di essere donna; sicché le sue pagine erano piene di quella curiosa qualità sessuale che appare soltanto quando il sesso non è consapevole di se stesso.”
Così diceva Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé. Così cerca di dire Annalisa Monfreda alle sue due figlie, durante una vacanza on the road tra sole donne.
Strada facendo, tra esplorazioni nella natura e vagabondaggi urbani, l’autrice mette a punto una lista di lezioni che vorrebbe che le figlie imparassero nel loro cammino di crescita.
Seguire i desideri e diffidare dei sogni. Prendersi cura della propria felicità prima di badare a quella degli altri.
Coltivare l’ambizione, scoprendo che non è altro che ostinazione. E inseguire la bellezza, in sé e negli altri. “La bellezza non è perfezione, ma verità. Quello che le nostre figlie dovrebbero inseguire nello specchio, con o senza l’ausilio del make-up, non è la vicinanza o lontananza da un particolare modello, ma la messa in scena migliore della propria autenticità.
Quando ci riescono, dico loro: ‘Sei bellissima’. Ebbene sì, lo faccio. Perché alle bambine si dice ‘bella’ e ai maschietti ‘bravo’? Io dico anche il resto. Ma quando vedo la bellezza-verità non riesco a non riconoscerla.” Come se tu non fossi femmina è un libro che supera gli stereotipi di genere per offrirci una prospettiva nuova e illuminante sull’educazione delle figlie.
Scritto come un Thelma & Louise familiare e tenerissimo, è un avvincente viaggio di formazione capace di rivelare il profondo significato di essere donna.
Annalisa Monfreda (1978), giornalista, si trasferisce dalla Puglia a Milano a 22 anni per uno stage al “Corriere della Sera”. A 30 anni, la nascita della prima figlia coincide con una svolta professionale: la proposta di dirigere il mensile per teenager “Top Girl”. Nasce poi un’altra figlia, mentre lei passa da una direzione all’altra: “Geo”, “Cosmopolitan”, “Starbene”, “TuStyle”, “Confidenze” e, per nove anni, fino a fine 2021, “Donna Moderna”, il magazine femminile più letto in Italia.
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