In questi giorni ho letto il libro di Taleb:
Il Cigno nero
L’autore si è specializzato nella ricerca di eventi imprevedibili, lui afferma che più siamo intelligenti e acculturati, più siamo sicuri di capire il mondo in cui viviamo e quindi soggetti allo sconvolgimento di questi eventi imprevedibili.
Questa combinazione di scarsa prevedibilità e impatto enorme fa del Cigno nero un grande mistero.
Ciò che non si sa molto è più importante di ciò che si sa.
Per ottenere un grande successo è necessaria un’idea che l’attuale popolazione non possa concepire con facilità.
L’idea deve essere lontana dalle aspettative, più la riuscita di una simile impresa è prevista, minore è il numero dei concorrenti e maggiore è il successo ottenuto dall’imprenditore che la metta in pratica.
A nessuno interessa ascoltare banalità. In generale, il successo di un’impresa umana e inversamente proporzionale alla sua prevedibilità.
Nel divario tra ciò che si sa e ciò che si crede di sapere, è lì che si produce il cigno nero.
Il Cigno nero, la trama:
Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall’evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi?
Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un’esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta.
I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, come l’invenzione della ruota, l’11 settembre, il crollo di Wall Street e il successo di Google.
Sono all’origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti. Se il rischio di un attentato con voli di linea fosse stato concepibile il 10 settembre, le torri gemelle sarebbero ancora al loro posto.
Se i modelli matematici fossero applicabili agli investimenti, non assisteremmo alle crisi degli hedge funds. Questo libro è dedicato ai cigni neri: cosa sono, come affrontarli, in che modo trarne beneficio.
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