Oggi nel giorno in cui si festeggiano i diritti delle donne mi sento di consigliare questo libro:
Parità in pillole
Nella vita bisogna avere sospensione del giudizio e apertura mentale.
Dobbiamo capire che siamo dei privilegiati ad esempio perché bianchi ed eterosessuali e che questo non è giusto, dovremmo essere tutti uguali, non per questo dobbiamo sentirci in colpa.
Possiamo nel nostro piccolo far capire che ci sono delle persone che sono nate senza questi privilegi e che abbiamo il dovere morale di aiutarli.
Così come è necessario rivalutare la parola femminismo che non significa bruciare i reggiseni in piazza e farci crescere i peli sotto le ascelle, bensì credere che le femmine possono essere uguali agli uomini, con gli stessi diritti, doveri e possibilità.
Attenzione al sessismo e al body shaming.
Parità in pillole, la trama:
Perché Parità in pillole? E che cosa contengono queste pillole?
Per rispondere alla prima domanda, basta guardarsi attorno. Viviamo in una società “a gradini” che ancora oggi offre opportunità diverse a soggetti con caratteristiche differenti: non solo a uomini e donne, ma anche a bianchi e neri, persone etero- e omosessuali e via dicendo.
Siamo talmente abituati a vederci attorniati da queste situazioni di privilegio e discriminazione che talvolta non le riconosciamo neppure come tali o le consideriamo “normali”.
Ma siamo sicuri che, a prescindere dalla nostra personale condizione di privilegio, possiamo vivere sereni in un mondo in cui una donna, a pari mansioni e competenze, guadagna meno di un uomo, o dove chi non risponde a canoni estetici più o meno espliciti si vergogna e magari non trova nemmeno lavoro, o dove un uomo non può permettersi di essere emotivo?
Ecco, quindi, il senso di questo libro: offrire uno strumento per costruire rapporti paritari e porre le basi per una società davvero inclusiva, dove tutti, anche coloro che stanno in posizioni di potere, possano trarne beneficio e vivere meglio.
A questo scopo – passiamo ora al contenuto delle pillole -, l’autrice Irene Facheris esamina una a una le discriminazioni più diffuse (dalla rape culture al sessismo benevolo, dalla omobitransfobia al classismo) per invitare tutte e tutti a diffondere attivamente una sensibilità nuova.
Perché – come spiega Facheris – “il personale è politico” ovvero, se il mio problema è diffuso, non è più solo mio e insieme possiamo affrontarlo più efficacemente. E, solo insieme, scopriremo quanto la parità possa renderci felici.
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