L’avvento dell’online ha reso il gioco d’azzardo più accessibile a tutti. D’altronde basta un semplice pc e una normale connessione internet per poter giocare in assoluta libertà, semplicità e comodità. Ma, come quasi sempre accade in questi casi, il fenomeno del gambling ha l’altra faccia della medaglia, che è rappresentata dalla ludopatia. Il maggior rischio è costituito dal fatto che si può creare una sorta di dipendenza inconsapevole. Questo significa che ci sono ludopatici che non sono per nulla informati sulla patologia da cui sono afflitti. Giocare in maniera compulsiva non significa esclusivamente svuotare il proprio conto corrente, ma sperimentare la voglia irresistibile di giocare che, se non soddisfatta, impedisce di vivere giorno per giorno. Insomma, è proprio questa la dipendenza a tutti gli effetti e nella sua forma più pura e complessa.
C’è un qualcosa che però va detto e che è chiaramente emerso nel convegno ‘Ludopatia e dintorni’, svoltosi a Trento nel mese di giugno: nel mondo del gambling online ci sono maggiori possibilità di gioco, ma anche maggiori opportunità di controllo e protezione dei soggetti che vengono ritenuti a rischio. Un aspetto importante è, senza alcun dubbio, la prevenzione. Quest’ultima deve fondarsi innanzitutto sulla negoziazione e sul confronto con l’industria del gioco nel suo complesso e nella sua totalità. Occorre quindi rivolgersi ai produttori, ai concessionari e ai gestori. L’obiettivo deve essere quello di indirizzare lo sviluppo di mezzi di gioco e strumenti di interazione con la clientela che non abbiano unicamente il fine di catturare e fidelizzare clienti. L’uomo deve essere considerato come fine e non come mezzo. Un vero e proprio principio morale, da cui però può partire il contrasto alla ludopatia. Si tratta di un piccolo ma importante passo.
Ma la dipendenza dal gioco online si può curare? La risposta è affermativa. Insomma, la ludopatia può non diventare un qualcosa di cronico. Innanzitutto, però è necessario che il giocatore prenda coscienza della sua situazione. Inoltre, la terapia più efficace è apparsa quella cognitivo-comportamentale. In quest’ultima il paziente viene portato a riconoscere il suo problema, promettendo di impegnarsi per allontanare la dipendenza. Per favorire ciò vengono utilizzate tecniche di rilassamento e di controllo degli impulsi, che sono finalizzate a rimuovere tutte quelle situazioni e quelle situazioni che favoriscono l’abitudine.
Un’altra tecnica che si è rivelata utile ed estremamente funzionale è quella della firma di un vero e proprio “contratto comportamentale” con lo psicologo. Sulla base di questo accordo si può, per esempio, stabilire un periodo determinato di tempo durante il quale il paziente si impegna a non dedicarsi al gioco. Insomma, un vero e proprio impegno con sé stessi. L’ennesima dimostrazione che le dipendenze possono essere curate. A volte è sufficiente un po’ di buona volontà.
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