E io mi consolo con una Moleskine
C’è poco da fare o da dire: quando si impunta è peggio del più proverbiale mulo sardo! Mi riferisco al piccolo del gruppo, che ora ha aggiunto anche un particolare gesto, a rafforzate l’eventuale “no”: battere imperiosamente la gamba e il piedino sul pavimento! Oggetto del contendere, negli ultimi giorni, sono state le scarpine da calzare.
A scuola le desiderano – oops, le vogliono – con un’apertura facilitata, stretch in pole position, lampo al secondo posto. In ogni caso: assolutamente no ai lacci. Lacci che – immancabilmente – piacciono tanto al pargolo. Come aggirare lo scoglio? Semplice. Con un effetto – come dire – trompe l’oeil.
Mi spiego. Ho cercato fra i tanti modelli di calzature sul mercato e finalmente la lampadina si è accesa. In un pomeriggio di shopping più faticoso che piacevole, nel cuore di Roma, ho individuato scarpe invernali con i lacci ma anche con la lampo laterale. Così che i primi accontentino il baby alunno e la zip renda felici le maestre, in nome della necessaria autonomia dei bambini. Il marchio è molto interessante perché propone scarpe artigianali, fatte a regola d’arte e decisamente innovative nel design. Parlo di Momino , prodotto dalla Fast, azienda giovane nata nel 2000. Il successo del marchio – conosciuto in tutta Europa, oltre che in Giappone e a Singapore – è legato all’approccio originale nel modo di fare le scarpe: materiali eccellenti vengono lavorati usando tecniche tradizionali – come quella a sacchetto, metodi di slip-durevole e ideale, Goodyear e tubolari – con uno sguardo ai trattamenti classici lavate e usate, preziose eredità dai maestri calzolai del passato. Quello che più mi ha colpito – a parte la morbidezza dei pellami – è stato il design high tech e al tempo stesso vintage.
Abbiamo scelto due sneakers semi-alte, una nei colori caldi della terra, con intarsi cromatici splendidamente abbinati; l’altra in tinta dominante ocra. Comode e belle, attuali e di ottima fattura come nelle intenzioni di Stefano Evandri, – il designer e artigiano della moda vera – e di sua sorella Paola, responsabile commerciale della società. A me sono piaciute molto, Edo le trova irresistibili. Dove provarle a Roma? Da “Mettimi Giù”, in via dei Due macelli, da “Mat & Simon”, in via De’ Gracchi, da “Bebi”, in via Settembrini.
E per me, dopo cotanta ricerca e trattativa sulla scelta, proprio niente? Visto che il 2016 è agli sgoccioli ho pensato di regalarmi un’agenda per il nuovo anno. Quale? Risposta scontata: un’intramontabile minimalista raffinata Moleskine. Ne sono uscite di nuovissime, a tema, accattivanti a dir poco. Basta fare una puntatina sul sito per rendersi conto della varietà e della classe dei prodotti: Moleskine. Parlare di agenda è banale, in questo caso: l’idea stessa di agenda o planning è sublimato in precipitati concettuali che organizzano la vita per passioni o temi. Uno dei più belli è quello legato al mito dei Beatles, impossibile non cedere alla novità. Il taccuino più famoso del mondo nasce molto tempo fa, da un piccolo oggetto tascabile nero, frutto di una grande tradizione.
In due parole è l’erede del leggendario taccuino di artisti e intellettuali degli ultimi due secoli, da Vincent Van Gogh a Pablo Picasso, fino a Bruce Chatwin .
Un semplice rettangolo nero con gli angoli arrotondati, i fogli trattenuti da un elastico, la tasca interna: un oggetto essenziale, prodotto per circa un secolo da una manifattura francese che riforniva le cartolerie parigine, diventato il compagno di viaggio per trattenere schizzi, appunti, storie. Diventato introvabile verso la metà degli anni ’80, nel 1997, un editore milanese lo riporta in vita, in parallelo e come complemento della nuova tecnologia portatile. Oggetti nomadi, ecco cosa sono i pezzi Moleskine: una famiglia di oggetti, quaderni, agende, borse, lampade al led per leggere. Per me ho scelto un planning settimanale color fucsia, l’anima Moleskine è quella di sempre, la copertina è solo un po’ più… frivola.
Elisabetta Martorelli
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