Bambini e linguaggio: quando rivolgersi a un logopedista
Si sente più spesso parlare di logopedia, una branca della medicina che si occupa, per lo più, della cura dei disturbi del linguaggio, soprattutto nei bambini.
Il percorso che porta il bambino a padroneggiare in maniera completa e sicura il linguaggio non è sempre privo di ostacoli. Lo strumento dell’espressione verbale, che contraddistingue strutturalmente la natura umana, viene infatti approcciato spesso con qualche difficoltà, che i genitori devono imparare a non sottovalutare se vogliono che i loro figli non incontrino problemi, soprattutto durante le ore scolastiche.
I disturbi del linguaggio coinvolgono molti bambini negli anni prescolari e nel primo periodo di percorso scolastico e devono essere affrontati con l’aiuto di uno specialista.
Ma come si fa a capire se è il caso o meno di andare dal logopedista?
Oggi rispondo a questa importante domanda con qualche semplice consiglio.
Difficoltà a emettere alcuni suoni o palese inversione delle sillabe: se dopo i
2/3 anni i bimbi faticano a emettere alcuni suoni – in particolare lettere come la s, la z, la c e la g – e tendono con frequenza a invertire le sillabe è consigliabile rivolgersi a un logopedista.
Fatica nell’esprimere concetti semplici: anche in questo caso è opportuno
rivolgersi a un logopedista se il sintomo si manifesta con frequenza a partire da 2/3 anni. Molto importante è stare tranquilli, dal momento che si tratta di una situazione che si risolve tranquillamente grazie agli esercizi pratici che il
logopedista invita a svolgere.
Balbuzie: gli episodi di balbuzie devono essere affrontati contattando
tempestivamente un logopedista. L’errore che viene spesso compiuto consiste nel considerare le situazioni in questione come episodi passeggeri. La balbuzie invece difficilmente si risolve spontaneamente con il passare del tempo e può anzi procurare problemi di autostima al bambino quando inizia la sua quotidianità scolastica.
Un altro suggerimento da non trascurare riguarda la qualità del dialogo con gli
insegnanti, soprattutto se il bambino frequenta la scuola dell’infanzia. È infatti questo il periodo in cui tendono a manifestarsi con maggior frequenza i disturbi del linguaggio, che possono essere riconosciuti e affrontati con la giusta tempestività anche grazie a una comunicazione costante tra insegnanti e genitori.
Se ci si accorge che il bambino vive con disagio la sua situazione – cosa che accade con frequenza nel caso della balbuzie – è opportuno rivolgersi a uno psicologo e far fronte alla situazione il prima possibile, onde evitare che comprometta i risultati scolastici e che pregiudichi la sua serenità e il senso di appartenenza al gruppo sociale che, nei primi anni d’infanzia, è identificato soprattutto con le persone con cui condivide le ore scolastiche.
Articolo a cura della:
Dott.ssa Miolì Chiung
Responsabile Studio di Psicologia Salem
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