Cubetto, il robot di legno. torna questo fine settimana alla Città della Scienza di Napoli.
Un robot di legno, con un cuore arduino, che insegna a programmare ai bambini divertendosi.
Cubetto è un prodotto di Primo, startup londinese che progetta e produce giocattoli interconnessi adatti ad offrire esperienze di apprendimento uniche per i bambini dai 3 anni in su.
L’impostazione progettuale è quella di utilizzare i digital toys per introdurre i bambini ai fondamenti della scienza e della tecnologia.
Cubetto è un robot di legno capace di insegnare ai bambini di età compresa fra i 4 e 7 anni il mondo della programmazione e del digitale. Ma di cosa si tratta? Di un set di gioco composto da un robot (Cubetto) una console e una serie di blocchi di istruzioni, una sorta di chiodini colorati da inserire in una griglia. I blocchi di istruzioni vengono inseriti in un’ apposita tavoletta in legno, la console, per creare una coda di comandi che muovono il robottino lungo il tragitto scelto.
Il gioco consente di poter apprendere in modo divertente le logiche e il linguaggio di una macchina, inoltre, le possibilità di gioco possono essere rese sempre più complesse grazie all’inserimento di ostacoli o oggetti aggiuntivi. Ogni componente è in legno e il cuore elettronico è Arduino
Cubetto è nato da un’idea di Filippo Yacob e Matteo Loglio che, con Primo.io, hanno creato una serie di giochi in grado di trasformare materie come la programmazione e la robotica in esperienze tangibili che ruotano attorno al gioco fisico.
“La novità di questo approccio è nell’aver nascosto i circuiti, la meccanica senza perdere la magia del contesto tecnologico”, spiega Sonia China, digital education coach di Primo in Italia. “Cubetto è infatti il legno, un materiale naturale che piace ai bambini e che viene conosciuto già dalla scuola materna”.
L’importanza del Coding
Nel mondo di oggi è fondamentale, per i bambini, l’apprendimento del linguaggio della programmazione. Il mondo in cui viviamo, infatti, è governato da macchine e tecnologie digitali che parlano attraverso algoritmi e programmi. Il gioco consente di poter apprendere in modo divertente le logiche e il linguaggio, rendendo i bambini futuri inventori e non fruitori passivi della tecnologia.
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