Viaggio di una neomamma alla scoperta di gioie e dolori di essere un genitore.
Jessica Valenti è una femminista che dopo aver avuto una bambina prematura che ha temuto di poter perdere ha scritto questo libro.
Second lei non si fanno più figli perché le donne dedicano troppe ore alla maternità, sanno di poter rischiare il posto di lavoro, la propria libertà e quindi rinunciano. non sono d’accordo la maternità è vero come dice lei: “non è un lavoro” allora perché dovrei rinunciare a fare un figlio in cambio di un posto di lavoro?
Forse sono più d’accordo che dopo aver visto quanti “sacrifici” comporta la crescita di un figlio sia in termini economici che di tempo, che ci si fermi ad uno anche se se ne desiderano altri (proprio come sta succedendo in Italia.)
Infatti si sprecano gli studi sul perché i nostri “cugini” francesi fanno più figli, e certo se ci sono tantissimi asili nido, di buon livello e pagati dallo stato, anche io mi sarei potuta permettere di lavorare e fare almeno tre figli.
In definitiva se volgiamo aumentare il nostro andamento demografico è necessario che gli uomini siano più presenti sia dal punto di vista dei lavori domestici che per la cura dei bambini, che le istituzioni predispongano i servizi atti ad agevolare le donne che lavorano e le aziende prevedano forme di orari flessibili. Voi cosa ne pensate al riguardo? Fareste di nuovo i figli che avete avuto?
La trama:
Si afferma quasi con leggerezza che un’esistenza senza figli sia vuota e arida o che i figli portino gioia nella nostra vita. Nell’immaginario comune, perlopiù, la maternità è pensata come l’esperienza più gratificante per una donna.
Ma, nei fatti, è davvero così? In che modo un figlio (o una figlia) riempie la nostra vita o ci rende felici? Siamo predisposti per natura a prenderci cura dei figli? Jessica Valenti affronta questi temi controversi senza censure e smaschera con coraggio la falsità “pericolosa” dei luoghi comuni sulla genitorialità: i figli di per sé non contribuiscono alla nostra felicità e la maternità non è per nulla l’esperienza più appagante per una donna.
Contrariamente a quanto si crede, infatti, la maternità come momento di felicità idilliaca è un ideale quasi impossibile da realizzare che, se alimentato, nuoce gravemente alle donne, specie durante i primi anni di vita del bambino. A ben guardare, il desiderio di diventare madre è spesso frutto di un’imposizione culturale. Da dove nasce questa idea di maternità?
Il libro entra nel vivo del dibattito arricchendolo con l’esperienza personale dell’autrice e indicando una nuova prospettiva: “non chiudere la donna nella maternità”, mettendo in discussione il modello standard di genitorialità.
Con un saggio sull’avere figli in Italia di Alessandro Rosina (professore di Demografia) e un’analisi dei dati su fecondità e maternità di Cinzia Conti (ricercatore Istat).
maris dice
Pur se i miei monelli hanno qualche problema e tu lo sai, non mi pento affatto: io ho sempre desiderato avere almeno due figli e mio marito idem. Ora li abbiamo e ne siamo felici, pur con tutti i problemi e le preoccupazioni varie.