Continua la mia ricerca di una strada che ci possa permettere di conciliare famiglia e lavoro.
Questa frase letta su genitori crescono sull’argomento, mi rimbomba in testa come un martello pneumatico!
“Il problema invece secondo me andrebbe affrontato in modo leggermente diverso. Dobbiamo smettere di vederlo come un problema della donna o per la donna, ma come un problema che riguarda l’intera società e che ha come protagonisti madri, figli e padri.”
Illuminante la domanda:
“cari padri, quanto siete disposti a lottare per i vostri diritti?”
Non sò se ci sono dei superpapà in ascolto su questo blog ma vi giro la domanda, forse se la questione della conciliazione maternità/famiglia non fosse solo più un problema da mamme, si potrebbe trovare la soluzione!
La cosa di cui c’è più bisogno? Che le aziende si rendano conto che: “dovrebbero organizzare il lavoro per obiettivi, in luogo dell’organizzazione “per presenza” ancora molto diffusa.”
Perché il nuovo lusso é il tempo, tempo che una famiglia ne ha pochissimo da dedicare a se stessa.
E a proposito dei tre giorni di congedo parentale che ci sono stati concessi dal governo, sempre da genitori crescono:
“Oggi mi sembra che in Italia ci sia bisogno di un congedo obbligatorio, perchè serve una spinta culturale: il papà che si assenta dal lavoro perchè è nato un figlio, non può più essere un’anomalia.
A noi viene naturale parlare della possibilità di assentarsi dal lavoro come di un diritto del papà. Ma non dimentichiamoci di tutti quei casi in cui è necessario sottolineare che si tratta anche di un dovere. Non tutti i padri si sentono frustrati dalla mancata fruizione del congedo: nel nostro Paese c’è una gran quantità di uomini che neanche prendono in considerazione l’ipotesi di stare qualche giorno a casa dopo la nascita di un figlio.“
A tal proposito ho intervistato Superdaddy, il mio caro maritino lavora in proprio (é meccanico) a parole quando sono nati i nostri due figli diceva si sarebbe preso 1 settimana di ferie, in realtà sia con First che con Second solo i tre giorni obbligatori in cui io stavo in ospedale, dopodiché mi scaricava a casa con il (o/i) pargoli e tanti saluti e baci ci vediamo stasera alle 8!
Gli ho sempre chiesto: “ma possibile che non ti viene la voglia di stare con i tuoi figli?”
“Eh ma io devo lavorare!” é stata la risposta. Persino Second (noto cocco di papà) se lo difende sempre, se First si lamenta che non lo vediamo mai, lui risponde: “ma papà deve aggiustare le macchine!” ho capito, ma non é mica una questione di vita o di morte? Mica fà il dottore? Quello che non riesci ad aggiustare oggi lo aggiusterai domani, no? Che poi alle persone fà bene camminare un pò a piedi, che abbiamo tutti il colesterolo alto 😉
Li vede praticamente solo la domenica dalle 8 alle 16:00 orario in cui in genere si addormenta sul divano. Io impazzirei senza vedere i miei bambini, ad esempio: per scherzo ho detto che per i miei 40 anni (ci vuole ancora un pò di tempo é!) vorrei andare in America e lui si faceva i conti di quanti avranno i Child,
– ed io: “perché scusa?”
– Superdaddy: “saranno abbastanza grandi, potremmo lasciarli qui in Italia”
– supermamma: “ma sei pazzo! Piuttosto lascio a te qui!”
Così, tanto per dirne una …
credo che sia facile dire: “veditelo tu”, Superdaddy é convinto che io sia una buona madre, ma mi viene un dubbio … lui é convinto di essere un buon padre, solo perché a fine mese porta uno stipendio a casa?
Noi viviamo in Campania dove, (dati Istat 2010) dopo la maternità solo il 40% delle donne trova un posto di lavoro. Che scende al 23% se hai la fortuna di vivere nel Mezzogiorno, ed io lo sò perché per contare le mamme che lavorano che conosco mi bastano le dita di una mano e non devo nemmeno usarle tutte.
Se sei donna al sud sei svantaggiata due volte: perché sei donna e perché vivi in un posto economicamente arretrato.
L’occupazione femminile del Mezzogiorno é del 31%, 25 punti in meno rispetto al Nord dell’Italia 🙁
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