Se conoscete Wonder riconoscerete il suo stile inconfondibile ironico e divertente anche nel libro: “Quello che le mamme non dicono”, un libro che si legge tutto d’un fiato. La frase che mi è piaciuta di più?
“Peccato non ricorderà la sua nascita… non ricordiamo mai il periodo della vita in cui più siamo amati in assoluto. Forse, se così fosse, non avremmo bisogno di cercare l’amore per il resto della nostra vita”
da Wonder non me l’aspettavo… d’altronde puoi essere giovane, bella e figa, ma un cuore di mamma è sempre lo stesso.
Questa è la presentazione del libro Quello che le mamme non dicono:
Lei ha 27 anni e crede nel mojito, nella carriera, nel suo uomo e nei viaggi improvvisati. La nana ha cinque settimane e abita la sua pancia. Scoprirlo significa precipitare in un mondo di donne che sembrano aver abbandonato sogni, ambizioni e personalità per entrare nel sacro ruolo di “madre”. Uno shock che l’autrice-protagonista decide di superare armandosi di buoni propositi, ma soprattutto di ironia e sarcasmo. Dimenticate la mammina trentacinquenne tutta dedizione e sacrificio. Qui si sostiene che è buono e giusto conservare la parte migliore di sé – quella divertente, folle, avventuriera – anche diventando mamma. Che l’istinto materno a volte arriva e altre è in ritardo. Che esistono momenti neri che nessuno racconta, che dopo un mese di neonato ne servirebbero tre di psicoterapia, e che Pampers e Pampero possono andare perfettamente d’accordo.