Ho letto: Una corsa nel vento di Jojo Mayers. Dopo aver letto già io prima di te, notturno di cuori.
Non ho mai avuto una passione per i cavalli, mi fanno un po’ paura anche per le cose che si sentono dire quando si cade da cavallo. Però posso capire che chi ama questi animali li difende da tutto e tutti, proprio come fa la protagonista Sarah che a soli 14 anni, con unico parente un nonno malato, riesce ad occuparsene a costo di grandi sacrifici e peripezie.
All’inizio devo dire il romanzo era partito un po’ lento poi mi ha preso come gli altri libri che ho letto di quest’autrice.
Sono rimasta sorpresa da quello che ho letto nei ringraziamenti e che vi riporto qui:
Nel 2007 lessi sul «Philadelphia Weekly» un articolo del giornalista Steve Volk su una quattordicenne di nome Mecca Harris, che passava tutto il tempo libero dopo la scuola in una stalla cittadina di Filadelfia, dove imparava a cavalcare e ad amare i cavalli dai Philadelphia Black Cowboys, un’associazione che offre ai ragazzi dei quartieri più difficili la possibilità di crearsi una vita diversa grazie ai cavalli. Mecca Harris possedeva un talento naturale ed era determinata. Fu scelta per giocare a polo contro Yale, insieme alla squadra formata solo da neri dei Work to Ride. Nell’autunno del 2003 ricevette i moduli di iscrizione di una prestigiosa scuola di polo californiana, ma non arrivò mai a compilarli. Il 15 ottobre 2003 Mecca Harris, la madre e il compagno della madre furono ritrovati assassinati in casa loro, vittime di un presunto delitto legato alla droga.
Questa storia mi rimase in mente, non tanto per le foto coinvolgenti di Mecca, piccola fantina pelle e ossa con le trecce visibili sotto il cap, quanto perché, anche se la mia vita non è mai stata disagiata come la sua, avrei potuto essere io quella ragazza. Ho passato la mia adolescenza nelle stalle cittadine che punteggiavano i vicoli della periferia di Londra e le mie arene erano i parchi pubblici. I cavalli mi tenevano lontana dai guai (anche se i miei genitori potrebbero dissentire) e sono la mia passione da trent’anni. Ora vivo in una fattoria. Posso tenere il mio cavallo in un prato verde, invece che sotto gli archi di una ferrovia. Mecca Harris avrebbe dovuto avere il suo prato verde. Questo libro è dedicato a lei e a tutti i ragazzi come lei, per i quali i cavalli possono rappresentare una via d’uscita.
Questa storia mi rimase in mente, non tanto per le foto coinvolgenti di Mecca, piccola fantina pelle e ossa con le trecce visibili sotto il cap, quanto perché, anche se la mia vita non è mai stata disagiata come la sua, avrei potuto essere io quella ragazza. Ho passato la mia adolescenza nelle stalle cittadine che punteggiavano i vicoli della periferia di Londra e le mie arene erano i parchi pubblici. I cavalli mi tenevano lontana dai guai (anche se i miei genitori potrebbero dissentire) e sono la mia passione da trent’anni. Ora vivo in una fattoria. Posso tenere il mio cavallo in un prato verde, invece che sotto gli archi di una ferrovia. Mecca Harris avrebbe dovuto avere il suo prato verde. Questo libro è dedicato a lei e a tutti i ragazzi come lei, per i quali i cavalli possono rappresentare una via d’uscita.
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Una corsa nel vento la trama:
Londra. Henri Lachapelle sta insegnando alla giovane nipote Sarah a cavalcare. Ma quando la tragedia irrompe, Sarah è lasciata sola a fronteggiare le terribili conseguenze. In un altro angolo della città l’avvocato Natasha Macauley è costretta a dividere la casa con il suo carismatico ex marito.
Quando la sua strada incrocia quella di Sarah, la vita sembra di nuovo offrirle una possibilità. Natasha però non sa che Sarah custodisce un segreto in grado di cambiare per sempre le loro vite.
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