Il sogno infranto: da figli della prima repubblica a padre di figli digitali.

La parte che mi è piaciuta più è stata la seconda, il momento in cui inizia a descrivere la repubblica digitale. Come mamma di due figli nativi digitali, mi sento chiamata in causa.
Anche io mi sento stressata dal mio ruolo di mamma taxi driver.
A settembre ogni anno faccio un summit con le mie amiche per decidere quali attività frequenteranno i nostri figli.
Per trovare il giusto equilibrio tra le attività: sportive, ricreative, linguistiche e religiose.
Tenendo conto che il pomeriggio è dedicato anche al completamento dei compiti, che non sono mai pochi.
“I ritmi frenetici a cui il sistema ci sottopone, ci portano a non occuparci dei nostri figli in modo sano. Di occuparci di tutto un insieme di cose, ma non della serenità e della felicità dei nostri figli.” racconta l’autore Francesco Micci che ho conosciuto personalmente quando sono andata in vacanza in Umbria nel suo antico casale: “il cantico della natura.
Il mondo è cambiato e siamo preoccupati del nostro e del loro futuro.
Non abbiamo soluzioni precostituite, non sappiamo dove andare ne dove andranno i nostri figli.
Ai nostri figli manca ciò che noi avevamo in abbondanza: spazi ampi e amici disponibili con cui giocare.

Ma io sono fiduciosa, il loro mondo sarà diverso ma sono certa che i nostri figli avranno gli strumenti giusti per affrontarlo.

La trama Il sogno infranto: da figli della prima repubblica a padre di figli digitali.

In pochi anni il mondo è cambiato come in un set di teatro. Via una scena e dentro un’altra. Valori, stili di vita, visioni del mondo si sono completamente trasformati. Ci siamo trovati velocemente ad essere i primi attori senza sapere la parte.

I nostri genitori sono vecchi, i nostri figli crescono in fretta in un mondo che comprendiamo a fatica. Siamo figli orfani della Prima Repubblica ormai padri di figli digitali: riusciremo a giocare questo ruolo e a lasciare un segno? O soccomberemo agli eventi? A noi l’ardua sentenza.
Il sogno infranto: da figli della prima Repubblica a padri di figli digitali